Il proverbio dice proprio questo.. chi ben comincia è a metà dell’opera! E così è proprio stato.
Inizio a prendere le prime lezioni di pianoforte a 5 anni, da un anziano pianista che non aveva mai insegnato. Negli anni ’80 la didattica della musica che vigeva in Via Rossetti 15 non era certo quella dei libri del Musigatto degli anni odierni.. e un bambino si ritrovava libri oscuri quali Bona, Pozzoli, Lazzari… insomma un po di tutta la cosiddetta “vecchia guardia”. Sicuramente il vecchio insegnante non era stato capace di trasmettermi l’amore per la musica che ho sviluppato poi nel tempo.. e quindi per numerosi anni ho fatto un po la scimmia ammaestrata, studiando perché “si deve studiare”, ma senza soddisfazione e, anzi, molte volte con fatica e rimproveri.
Anche nel mio condominio, tutti i vicini dovevano sopportare ore ed ore di esercizi quotidiani, scale, arpeggi, studi.. ma nessuno mai si lamentava. In verità, era un condominio molto particolare, di quelli di una volta, dove si era alla fine quasi tutti un’unica famiglia. Nel 1987, la mia nonna, principale promotrice dei miei studi musicali, mi acquista il mio primo pianoforte, uno Zimmermann bianco (..il colore lo scelse mia madre perche ben si intonava con i mobili della camera..) prodotto ancora dalla fabbrica di Leipzig nella ex DDR. Uno strumento che ho a dir poco sfasciato nel corso degli anni, ma che tutt’ora conservo con affetto.
La mia nonna, oggi più che novantenne, aveva compiuto gli studi musicali di Violino a Trieste, sotto la guida del famoso violinista Franco Gulli. Purtroppo, la seconda guerra mondiale alle porte la obbligò ad appendere l’archetto al muro per dedicarsi unicamente alla merceria di famiglia. Non essendo riuscita ad appassionare alla musica mia madre, col nipote il risultato è stato molto più proficuo e, se oggi vivo facendo il musicista, lo devo molto anche a lei.
Cresco, sempre con la musica affianco, ma si accavallano molteplici attività: la scuola, ogni tipo di sport, insomma.. non c’è pace e le forze vengono suddivise a pioggia su tutti i vari fronti. Ma la musica non è ancora una passione vera.. rimane una delle tante attività..da fare un po come i compiti, quindi un po una rottura di scatole più che una valvola di sfogo espressiva. E qui entra in gioco la testardaggine di mia madre che, incoraggiata dalle promettenti parole del Maestro Alessandro, nonostante le mie numerose richieste di sospendere gli studi musicali, imperterrita mi obbliga a frequentare le lezioni. Ormai però maestro ed allievo sono allo scontro personale; subentra da parte mia la stanchezza, il suo poco entusiasmo e la sua pedanteria, forse un inizio di pubertà 🙂 E ormai non è più cosa.. voglio smettere, non voglio più salire quelle scale tetre, non mi voglio più confrontare con quella personalità scontrosa e poco amorevole che pensava solo a farmi diventare IL suo allievo.
Ma la cocciutaggine di mamma non molla.. ed eccomi a casa della mia nuova insegnante, una signora di neanche 40 anni, toscana, bionda, sorridente ed amorevole. A me sembra un sogno.. ma esistono davvero maestri di pianoforte che sorridono??! E lei insegnava addirittura al Conservatorio.. io pensavo.. “qua le cose si mettono male, mi toccherà studiare da matti”. Ma lei capì subito che la mia strada non era quella, e mi guido nel corso degli anni cercando di seguire quel filone di talento musicale che c’era, ma non si sapeva ancora in che forma si sarebbe espressa. Grazie!